Tra le pietre antiche del monastero di Valle Christi, dove il tempo sembra essersi fermato, e il silenzio risuona di storie mai dimenticate, è andato in scena il 29 luglio Stelle di Broadway.

Non è stato solo un concerto, ma un Viaggio. Niente scenografie, ballerini, effetti speciali.  Solo noi, una pianista, un cantante, un attore…e le parole.

Eppure, mai come quella sera, la Musica si è fatta Spettacolo vero.

“Il mondo del Musical – racconta il M° Daniele Casazza – finora mai affrontato in modo così intenso nel nostro repertorio, è diventato per noi materia viva. Abbiamo voluto omaggiarlo con rispetto e cura, scegliendo la via più essenziale, ma forse anche la più audace: raccontare Broadway senza ricostruirla, ma evocandola. Solo con suoni, voci e silenzi. Una sfida artistica che ci ha permesso di scoprire nuove forme di espressione musicale e teatrale.”

Le parole, scritte da Caterina Dellepiane, hanno tracciato un filo di narrazione continua, profonda, a volte ironica, un mezzo potente con il quale il pubblico, e noi stessi, abbiamo potuto assaporare la vera anima di Broadway, attraverso la sensibilità della voce di Yuri D’Agostino.

Ogni brano ha segnato una tappa del nostro viaggio: la purezza di Maria di The Sound of Music, la trasformazione di Eliza in My Fair Lady, l’amore e il conflitto d’ispirazione shakespeariana in West Side Story, la spiritualità che insinua il dubbio in Jesus Christ Superstar, la vulnerabilità dell’essere umano in Chorus Line, il sorriso che resiste in una giornata di pioggia in Singing in the rain, il cinismo brillante di Chicago e infine, la voce solitaria del Fantasma dell’Opera.

Masha Kirilova al pianoforte, insieme al tenore Antonello Mannarino, ha accompagnato con tocco elegante le atmosfere più intime e dato voce alle emozioni con passione e misura. Le loro sonorità, delicate e mai invadenti, si sono fuse con la narrazione, rendendo ogni momento perfettamente integrato nel racconto.

Noi, con la nostra forza collettiva, abbiamo trasformato ogni nota in racconto. La vera sfida è stata proprio questa: riuscire a ricreare l’atmosfera di Broadway attraverso ciò che non si vede: l’ascolto.

La magia si è compiuta, nel buio, nei respiri trattenuti, nei silenzi. Nella capacità di immaginare insieme.

La Musica ha riempito il Palcoscenico e la Parola lo ha illuminato.

E alla fine, proprio come quando di ritorno da un viaggio, un po’ di malinconia ci pervade, ci siamo ritrovati là, dove tutto è cominciato, nel silenzio vibrante di un luogo antico in cui l’invisibile diventa visibile.

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